ANGELO MUSTO (1894-1918)

Angelo Beniamino Musto nacque il 24 settembre 1894 a Montemiletto, in provincia di Avellino, da Angelo Raffaele e Luisa Capobianco. Terzo di una famiglia contadina, trascorse la sua giovinezza in un contesto rurale, frequentando la scuola e aiutando la famiglia nei campi.

Poco più che sedicenne, Angelo maturò la decisione di emigrare e, nell’aprile del 1910, si imbarcò dal porto di Napoli sul piroscafo Sannio della Navigazione Generale Italiana, insieme a diversi concittadini. Dopo dieci giorni di navigazione, raggiunse il porto di Boston.

Una volta negli Stati Uniti, si trasferì nella vicina Mansfield, dove fu accolto dallo zio Vincenzo BelloJacono. Qui si integrò rapidamente nella vivace comunità italiana, partecipando attivamente alle attività della Mansfield Naturalization Association, un’organizzazione che offriva corsi di inglese e storia americana per sostenere il percorso di integrazione e naturalizzazione degli emigrati.

 

Nel 1913 fu raggiunto dalla sorella maggiore Maria, che si stabilì con il marito lungo la stessa Main Avenue, nel cuore della comunità italiana del quartiere North Side di Mansfield.

Quando fu registrato per il servizio di leva, Angelo lavorava presso la tintoria industriale della Mansfield Bleachery, una delle principali fonti di occupazione per gli immigrati italiani, insieme alla fabbrica di cioccolato Lowney.

Gli stabilimenti della Lowney chocolate factory (Internet)

Il servizio militare di Angelo ebbe inizio il 4 ottobre 1917 a Camp Devens, dove fu assegnato alla compagnia I del 302º Reggimento di Fanteria. In seguito, fu trasferito alla compagnia L del 326º Reggimento di Fanteria, parte della 82ª Divisione, allora in fase di addestramento a Camp Gordon.

Dopo un inverno segnato da frequenti riorganizzazioni, che influenzarono in modo significativo la preparazione delle reclute, Angelo attraversò l’Atlantico alla fine di aprile 1918 a bordo del Mauretania, il celebre transatlantico gemello del Lusitania, simbolo delle traversate di lusso del primo Novecento.

Giunta in Francia, la divisione fu inizialmente assegnata al comando francese per completare l’addestramento, venendo schierata nel settore di Toul, in Lorena. Successivamente, passata sotto il comando americano, partecipò come unità di supporto all’offensiva per la riduzione del saliente di Saint-Mihiel. Tuttavia, il vero battesimo del fuoco — e anche il più cruento — arrivò con la partecipazione in prima linea all’offensiva della Meuse-Argonne, iniziata il 25 settembre e culminata con lo sfondamento delle linee tedesche e la firma dell’armistizio.

Angelo Beniamino Musto in divisa

Nel corso di queste operazioni, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre, il 3º Battaglione del 326º Reggimento di Fanteria raggiunse i dintorni di Châtel-Chéhéry, posizionandosi a sud del paese. Il maggiore Watkins si recò subito al comando per riferire al generale di brigata Nolan, responsabile del settore destro della 28ª Divisione. Come previsto dal piano di avvicendamento, il battaglione trascorse le ultime ore della notte accampato nella gola di La Palette.

Alle 8:30 del mattino successivo, gli uomini si mossero risalendo il versante nord del burrone. Avanzarono in direzione nord-ovest, attraversarono la Collina 244 e superarono le linee occupate dagli uomini della brigata destra della 28ª Divisione, seguendo una strada secondaria che partiva da Chatel-Chéhéry in direzione sud-ovest.

L’avanzata iniziò con le compagnie I, K e L schierate in prima linea, mentre la compagnia M forniva supporto. Il piano prevedeva un movimento iniziale verso nord-ovest fino alla ferrovia a scartamento ridotto Decauville, per poi deviare a nord lungo una strada forestale in direzione di Pylone, mantenendo il fianco destro aderente al tracciato. I primi due chilometri si svolsero senza gravi ostacoli, nonostante un intermittente fuoco nemico.

Le difficoltà emersero subito dopo, quando il battaglione si inoltrò nella fitta boscaglia lungo la strada. Qui incontrò resistenza da parte di postazioni tedesche armate di mitragliatrici, che rallentarono l’avanzata in un terreno impervio e densamente vegetato. Dopo aver guadagnato circa un chilometro in queste condizioni, l’opposizione divenne più intensa e le perdite aumentarono. Il tenente Owens, della compagnia L, fu colpito a morte mentre guidava il proprio plotone.

In quel momento, il battaglione risultava isolato, senza contatti con l’unità alla propria sinistra, e il rischio di accerchiamento divenne concreto. Per evitare di essere tagliati fuori, il maggiore Watkins ordinò il ripiegamento verso la ferrovia, facendo arretrare le truppe di alcune centinaia di metri. Raggiunta la linea Decauville, il battaglione si attestò sul fianco sinistro del 328º Reggimento di Fanteria, organizzando una posizione difensiva lungo una marcata curva del tracciato ferroviario, estesa per circa 500-600 metri verso sud-ovest. Qui rimase fino all’alba del giorno seguente, in attesa del nuovo assalto.

 

Il 10 ottobre, il 3º Battaglione riprese l’offensiva con l’appoggio della compagnia C del 320º Battaglione Mitragliatrici. Le compagnie K, L e M furono schierate in prima linea su un fronte di circa 500 metri. L’obiettivo iniziale, la postazione di osservazione nota come Pylone, fu raggiunto, e l’avanzata proseguì per circa un chilometro e mezzo a nord. Il giorno successivo le truppe attraversarono il fiume Aire sotto pesante fuoco d’artiglieria e avanzarono fino al fossato lungo la strada Fleville–St. Juvin.

 

Dopo una breve riorganizzazione, il 14 ottobre all’alba il reggimento riprese l’attacco lungo la strada St. Juvin–St. George. Le compagnie M e K aprirono l’assalto, ma furono subito investite da un intenso fuoco di mitragliatrici. La compagnia M subì le perdite più gravi: al termine della giornata rimanevano solo 78 uomini e un ufficiale in grado di combattere.

 

Il giorno seguente, il colonnello McArthur pianificò un nuovo assalto guidato dal 1º Battaglione, che avrebbe dovuto muoversi dalla riserva nei pressi di Sommerance, attraversare le linee del 3º Battaglione e puntare verso le alture a est di Champigneulle, mantenendo il contatto con il 325º Reggimento sul fianco destro. Tuttavia, il 1º Battaglione accumulò ritardo a causa della distanza da percorrere. Per rispettare i tempi previsti, il maggiore Watkins decise di non attendere il cambio e diede ordine al 3º Battaglione di avanzare. Le compagnie L e M, ormai decimate, furono riunite sotto il comando del capitano Clark Howell Jr.

L’assalto avvenne sotto un violento fuoco nemico. Nonostante le difficoltà, il battaglione riuscì a progredire: il fianco destro si spinse fino alla ravine aux Pierres, mentre quello sinistro raggiunse le pendici nord-orientali della collina 182. A quel punto, entrò in azione anche il 1º Battaglione: le compagnie A e D parteciparono all’assalto, supportate dalle compagnie B e C, e superarono le linee del 3º Battaglione per continuare l’avanzata. I progressi furono modesti, ma vennero fatti numerosi prigionieri.

Con entrambi i fianchi sotto il fuoco nemico, il capitano Knowles ordinò di scavare postazioni difensive e consolidare le posizioni raggiunte. In quella stessa mattina del 15 ottobre 1918, tra le numerose perdite subite dal reggimento, cadde anche Angelo Beniamino Musto.

Rovine del villaggio di Saint Juvin durante l'offensiva della Meuse Argonne

 

 

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