Palermo
Francesco Paolo Anzalone nacque a Palermo il 18 luglio 1893, primogenito di Giovanni, cocchiere, e di Angelina Francione, una giovane donna che aveva sposato l’anno precedente. Come voleva la tradizione di famiglia, portava il nome del nonno paterno. Nei vent’anni successivi, sempre a Palermo, Giovanni e Angelina ebbero altri sei figli: Antonino nel 1896, Rosalia nel 1898, Michele nel 1901, Stefano nel 1905, Anna nel 1910 e, infine, Giovanni nel 1912.
La vita della famiglia Anzalone cambiò radicalmente nel 1913, quando Giovanni morì lasciando Angelina sola con sette figli. Fu allora che la donna decise di raggiungere New York, dove già risiedevano due suoi fratelli. Il 16 ottobre dello stesso anno si imbarcò con i figli sul piroscafo Principe di Piemonte, diretta a Ellis Island. All’arrivo, furono trattenuti per ulteriori accertamenti, in quanto ritenuti non in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento e, di conseguenza, potenzialmente a carico della comunità (Likely Public Charge o LPC), ma il giorno successivo vennero ammessi negli Stati Uniti.
Stabilitasi nel Bronx, la famiglia si mantenne grazie alle prestazioni occasionali dei figli più grandi, mentre i più piccoli frequentavano le scuole locali. Dopo alcuni anni, Angelina decise di trasferirsi ancora una volta, spostandosi con la famiglia in Connecticut, nei pressi di New Haven. Qui, Francesco trovò lavoro come assistente stampatore presso la Seymour Manufacturing Company, un’azienda specializzata nella produzione di lamine di ottone, fili, barre e tubi; fili di rame per telefoni e telegrafi; e nichel – o alpacca – utilizzati per posate e altri impieghi.
La breve esperienza militare di Francesco ebbe inizio il primo maggio 1918 a Fort Slocum, nello stato di New York, divenuto uno dei principali centri di reclutamento del Paese dopo l’ingresso in guerra degli Stati Uniti, e proseguì, dopo le visite mediche, con l’inquadramento nella compagnia M del 113° Reggimento di Fanteria, parte della 29ª Divisione, che lo condusse a Camp McClellan, in Alabama, per una prima fase di addestramento.
Dalle tende dell’Alabama alle coste della Francia passarono appena sei settimane. A metà giugno, infatti, la Blue & Grey Division si diresse verso la costa orientale degli Stati Uniti, dove una serie di trasporti militari li attendeva in vari porti. Francesco, insieme al 113° reggimento, si imbarcò sul Princess Matoika, un transatlantico tedesco requisito dal governo Americano all’inizio del conflitto, e raggiunse Brest il 7 luglio 1918.
Dopo un breve periodo di preparazione, la divisione fu schierata a supporto delle truppe francesi lungo il fronte relativamente tranquillo dell’Alsazia, dove rimase per circa due mesi, affrontando il suo primo battesimo del fuoco.
Con il progredire del conflitto e la ferma volontà del generale Pershing di garantire alle forze americane un’autonomia operativa sempre più marcata, divenne necessario impiegare il maggior numero possibile di truppe sul campo. Così, alla fine di settembre, la 29ª Divisione fu chiamata a partecipare all’offensiva della Meuse-Argonne, il cui obiettivo era spezzare la resistenza tedesca lungo la linea Hindenburg e conquistare Sedan, nodo ferroviario di cruciale importanza strategica. La divisione fu quindi proiettata nel settore più caldo e insidioso del fronte, dove affrontò una serie di scontri violenti e prolungati che causarono perdite superiori a un terzo del suo organico iniziale.
Nel contesto di questi scontri, alle 5 del mattino del 10 ottobre, il terzo battaglione del 113° fanteria iniziò la marcia di avvicinamento verso la posizione assegnata, una trincea tedesca abbandonata nei pressi di Ormont Ferme, raggiunta dopo una marcia nell’aria satura di gas.
Alle 11:00 del mattino, a seguito di un bombardamento preparatorio di breve durata e di scarsa efficacia, le truppe americane lanciarono l’assalto. L’offensiva fu immediatamente contrattaccata dal fuoco concentrato delle mitragliatrici tedesche, che inflissero pesanti perdite tra gli attaccanti. Durante gli scontri che si susseguirono nell’arco della giornata, Francesco subì un colpo mortale alla testa.
La salma non fu recuperata immediatamente, e dopo alcuni giorni venne localizzata e sepolta in una fossa comune provvisoria, all’interno di un cratere creato dalle esplosioni, insieme ad altri quattro militari della compagnia M. Tra questi, vi era anche il soldato italiano Luigi Tezzi.
Dopo la guerra la salma di Francesco venne lasciata in Francia per volontà della madre, che partecipò al pellegrinaggio sponsorizzato dal governo Statunitense del 1934, ed oggi riposa nel cimitero Americano di Romagne sous Montfaucon.
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