Gioacchino Giuseppe Scialabba nacque il 29 agosto 1893 a Isnello, un piccolo centro dell’entroterra palermitano che, all’epoca, contava circa 4.000 abitanti. Era il quarto di cinque figli di Gioacchino, calzolaio, e di Mattea Leggio.
Come molti altri paesi delle Madonie e dell’entroterra siciliano, Isnello fu interessato da un’intensa ondata migratoria, dovuta a difficili condizioni economiche, sociali e politiche. Tra la fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento, la scarsità di opportunità lavorative, la povertà legata all’agricoltura, l’elevato tasso di natalità e le dure condizioni di vita spinsero numerosi isnellesi a cercare fortuna all’estero.
Per la famiglia Scialabba, la decisione di emigrare fu resa ancora più urgente dalla morte del capofamiglia nel 1900 e, nell’arco della prima decade del Novecento, tutti i membri della famiglia lasciarono la Sicilia per raggiungere l’America.
Gioacchino fu l’ultimo ad attraversare l’oceano: arrivò il 28 febbraio 1907 a bordo del piroscafo Luisiana del Lloyd Italiano, stabilendosi a Butler, una cittadina della Pennsylvania occidentale, dove già risiedevano i suoi fratelli e la madre e dove assunse il nome americanizzato di Joseph.
In questa nuova realtà, Salvatore Scialabba, fratello di Gioacchino come Pietro e Gandolfo, e come loro anch’egli calzolaio, aprì una bottega alla quale affiancò una rivendita di accessori per biciclette e una piccola officina per la loro riparazione.
Tuttavia, la morte della madre Mattea nel 1914 segnò un momento di svolta: nel 1916, Salvatore e la sorella minore Castrenzia si trasferirono a Fresno, in California, Joseph, Pietro e Gandolfo rimasero a Butler, prendendo in mano l’attività.
Il 15 febbraio 1917, Gioacchino fu arrestato con l’accusa di favoreggiamento nella vendita illegale di alcolici. L’accusa si basava sulle dichiarazioni di sei giovani con cui aveva trascorso una serata a Saxonburg. In quell’occasione affermò di essere ubriaco stato ubriaco e di non ricordare i fatti.
Pochi mesi dopo, il 29 maggio, fu nuovamente arrestato durante una retata, stavolta con l’accusa di vendita abusiva diretta di alcolici. Per evitare conseguenze più gravi, Giuseppe si rese disponibile, attraverso il suo avvocato, all’arruolamento in cambio della sospensione del giudizio. Iniziò così, il 20 giugno 1917 nella storica cittadina di Gettysburg, la sua breve esperienza nell’esercito americano, unendosi alla compagnia D del 4° reggimento di fanteria.
Nel mese di ottobre, il reggimento fu assegnato alla 3ª Divisione di Fanteria e proseguì l’addestramento presso Camp Greene fino alla partenza per la Francia, avvenuta il 15 aprile 1918 a bordo del transatlantico Madawaska, poco più di un anno dopo l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto.
All’arrivo della 4ª Divisione sul fronte europeo, la situazione era critica: l’esercito alleato si trovava in seria difficoltà, sotto la pressione di una serie di offensive tedesche particolarmente violente. Non ci fu tempo per ulteriori preparativi: la divisione fu inviata quasi subito al fronte, giocando un ruolo determinante nella resistenza sulla Marna il 14 luglio 1918. In seguito, partecipò alla controffensiva alleata e fu impiegata come divisione di riserva durante le operazioni per la riduzione del saliente di Saint-Mihiel (12–16 settembre).
Infine, fu impegnata per tutta la durata della grande offensiva della Meuse-Argonne, lanciata il 25 settembre, che puntava a spezzare la linea di rifornimento occidentale tedesca conquistando il cruciale nodo ferroviario di Sedan.
Nel contesto di queste operazioni, tra il 4 e il 7 ottobre, il 4° reggimento tentò ripetutamente di conquistare i boschi a sud di Cunel. Il Primo Battaglione, con la compagnia C di Gioacchino, supportato da una squadra di carri armati, avanzò inizialmente con successo conquistando Bois 268, ma fu fermato da un fuoco di mitragliatrici molto intenso durante l’attacco al Bois 250. Il Secondo Battaglione tentò di subentrare, ma anch’esso venne bloccato da posizioni tedesche fortemente trincerate e protette da mitragliatrici. Un attacco notturno sotto la nebbia fallì quando la visibilità migliorò, esponendo i soldati al fuoco nemico.
Nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, il Terzo Battaglione, ancora relativamente fresco, lanciò un attacco a sorpresa. Una compagnia riuscì a penetrare nel bosco con poche perdite, mentre l’altra subì gravi danni ma entrò comunque nelle linee nemiche. All’alba, le due compagnie ripulirono il bosco e catturarono prigionieri, armi e materiali. Tuttavia, le compagnie di rinforzo furono bloccate da un fuoco di sbarramento e poterono unirsi solo il giorno dopo.
Il 6 ottobre, un attacco al vicino Bois de Cunel fu rapidamente interrotto: le difese nemiche erano molto più forti del previsto e le truppe subirono perdite pesanti anche a causa del fuoco laterale proveniente da Côte 253. Un nuovo attacco tentato all’alba del 7 ottobre fu vanificato dalla vigilanza tedesca e dall’uso intensivo di razzi illuminanti. Le truppe dovettero infine ritirarsi e consolidare le posizioni nel Bois 250.
Dopo essere tornati in prima linea il 12 ottobre, il Primo e il Terzo Battaglione avanzarono verso est, aggirando Cunel, in condizioni estremamente difficili, muovendosi tra fango, alberi abbattuti, crateri e sotto la pioggia, attraverso la zona della fattoria Madelaine Bois de Maulamont. La notte era così buia che mantenere il contatto tra le unità era arduo. Il giorno successivo, il Primo Battaglione rilevò parti del 47º e 59º reggimento nella parte occidentale del Bois-de-Forêt, con il Terzo in supporto nelle retrovie.
Appena sistemati, con poche ore per orientarsi, i soldati subirono un violento attacco tedesco preceduto da un pesante sbarramento d’artiglieria. I nemici cercarono di aggirare il fianco sinistro americano, ma furono respinti dopo aspri combattimenti, lasciando sul terreno numerosi morti, feriti e sessanta prigionieri. Le gravi perdite subite dal Primo Battaglione portarono all’invio di rinforzi dal Terzo Battaglione, mentre il Secondo Battaglione fu spostato in avanti su una posizione di supporto lungo la strada Cunel-Brieulles.
Il mattino seguente, il reggimento ricevette l’ordine di attaccare: il Primo Battaglione doveva avanzare attraverso il Bois-de-Forêt verso est, il Secondo dirigersi a nord per conquistare il rilievo di Côte 299. L’attacco, supportato da un fuoco di sbarramento, incontrò fortissima resistenza. Il nemico, ben trincerato sulla collina, inflisse pesanti perdite, soprattutto quando le truppe emersero dal bosco e furono bersagliate da fuoco incrociato di mitragliatrici. In quell’occasione, il Maggiore R. M. Smyth fu ucciso da un cecchino.
Il 15 ottobre, a causa delle perdite elevate, furono costituiti due battaglioni provvisori con otto compagnie del reggimento e due del 7º Reggimento di Fanteria. Una compagnia fu impiegata per il trasporto di razioni dalla cava, dove si trovava il posto di comando, e altre due furono stanziate alla fattoria Madelaine per il supporto logistico.
Il 16 ottobre, il Primo Battaglione Provvisorio conquistò con successo un burrone fortificato a nord del Bois-de-Foret, catturando mitragliatrici e prigionieri. Poco dopo, il colonnello Dorey fu gravemente ferito dalla caduta di un albero durante un bombardamento. Le perdite furono tali che una compagnia del 6º Genio fu inviata in rinforzo, tentando senza successo, quella notte, un nuovo assalto a Côte 299.
Nei giorni successivi si consolidarono le posizioni, si evacuarono i feriti e si portarono i rifornimenti in linea. Il 17 ottobre, il Primo Battaglione Provvisorio fu rilevato dal 7º Reggimento e spostato nella cava come riserva. Il 20 ottobre, tornò in prima linea rilevando il Secondo Battaglione Provvisorio. Lo stesso giorno una compagnia fu trasferita al 7º Reggimento e partecipò con successo alla conquista di Côte 299 il 21 ottobre.
Alla fine di questa lunga fase, il reggimento era stato in prima linea per ventitré giorni consecutivi. I continui combattimenti e i bombardamenti incessanti avevano ridotto i suoi effettivi a circa quattrocento uomini. La maggior parte era esausta, debilitata fisicamente e psicologicamente, con i nervi provati e le forze ridotte al minimo.
Gioacchino Giuseppe (Joseph) Scialabba cadde in combattimento il 17 ottobre 1918, durante gli aspri scontri nei boschi a nord-est di Cunel. L’anno seguente gli fu conferita, alla memoria, la Distinguished Service Cross, la seconda più alta onorificenza militare statunitense dopo la Medal of Honor.
La motivazione recita:
Mentre prestava servizio nella Compagnia C, 4° Reggimento di Fanteria, 3ª Divisione, delle Forze di Spedizione Americane, nel Bois de Forêt, il 13 ottobre 1918, il Soldato Scialabba, da una posizione avanzata ed esposta, affrontò un violento contrattacco nemico. Impugnò una mitragliatrice catturata e aprì il fuoco, falciando l’avversario in avanzata.
Quando l’arma si inceppò, raccolse un fucile mitragliatore leggero Browning, continuando a colpire fino all’esaurimento delle munizioni, per poi passare al suo fucile Springfield.
Nei due giorni successivi, fino alla sua morte, dimostrò straordinaria audacia nell’offensiva e si offrì sempre volontario per missioni di pattuglia.
Oggi riposa nel Cimitero Militare Americano di Romagne-sous-Montfaucon, in Francia, insieme a 102 suoi compagni di reggimento caduti in quei giorni.
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