Termini Imerese
Giovanni D’Amore nacque a Termini Imerese, in provincia di Palermo il 7 luglio 1888 da Mercurio e Maria Spicuzza.
Figlio di un pescatore, emigrò bambino, intorno al 1890, insieme alla madre ed al fratello maggiore Filippo e raggiunsero il padre il quale, insieme al fratello Agostino, li aveva preceduti da un paio d’anni stabilendosi in Michigan dove era presente una nutrita colonia termitana.
Pochi anni dopo la madre morì e la famiglia si spostò a Milwaukee dove vivevano alcuni parenti; Mercurio si risposò nel 1897 con una concittadina (Provvidenza Cerio) e si guadagnò da vivere come fruttivendolo. In Wisconsin Giovanni lavorò come fabbro e successivamente venne impiegato nelle officine della International Harvester Company, storico marchio di macchine agricole.
Con l’ingresso in guerra degli Stati Uniti nel 1917, Giovanni venne estratto nelle liste di coscrizione alle quali si era iscritto regolarmente il 6 giugno richedendo tuttavia l’esenzione dal servizio in quanto unico supporto per la famiglia.
La sua domanda non venne accolta ed il suo servizio militare iniziò il 20 settembre 1917, nelle file della compagnia G del 47° reggimento di fanteria, parte della 4ª divisione, in addestramento a Camp Syracuse nello Stato di New York fino alla fine di aprile del 1918.
Terminata questa prima fase di preparazione negli Stati Uniti, l’intero reggimento si trasferì a Camp Merritt in New Jersey per iniziare le operazioni di trasferimento verso la Francia dal porto di Hoboken. Giovanni si imbarcò il 10 maggio sul transatlantico Princess Matoika, nave di proprietà della società tedesca North German Lloyd in servizio da Amburgo a New York come Prinzess Alice in tempo di pace; la marina americana la sequestrò all’inizio delle ostilità e la riadattò a trasporto truppe durante il 1918.
Dopo dieci giorni di navigazione tranquilla, il convoglio costituito da tredici navi fece il suo ingresso nel porto francese di Brest e le truppe sbarcarono per avviarsi subito verso una nuova zona di addestramento nel nord del paese.
Le mutate esigenze belliche costrinsero ad accelerare i tempi di preparazione e già il 15 giugno l’intero reggimento fu trasferito a Rosoy-en-Multien dove le manovre proseguirono sotto guida francese. Con l’unica eccezione delle celebrazioni per la festa dell’indipendenza americana, durante la quale venne organizzato un incontro di baseball conclusosi con la sconfitta per 4 a 0 di una selezione del 47° fanteria contro una del 39° fanteria, le giornate furono trascorse molto intensamente e già il giorno successivo, il 5 luglio 1918, il reggimento occupò una posizione di riserva dietro le prime linee francesi, in vista di un possibile sfondamento tedesco.
A partire dal 15 luglio fino all’armistizio, il 47° reggimento fu sempre impiegato in prima linea o nelle primissime retrovie; in quei concitati giorni che seguirono l’ultima massiccia offensiva tedesca della guerra per gli uomini della Ivy Division si susseguirono una serie di marce e trasferimenti dietro il nemico in ritirata.
Il 24 luglio, durante un trasferimento in camion verso Bois de Châtelet, la colonna venne avvistata da un ricognitore, ricevendo il battesimo del fuoco da parte dell’artiglieria tedesca. In questa fase i compiti assegnati al 47° furono essenzialmente di consolidamento delle posizioni e “pulitura” dei boschi, in avanzata costante verso la Bluecher Stellung, l’ultima linea difensiva imperiale lungo il fiume Vesle.
La prima settimana di agosto il 47° attraversò i boschi devastati dai bombardamenti ed impregnati di gas della Forêt de Fere, posizionandosi alle spalle del 39° reggimento nei pressi del villaggio abbandonato di Saint Thibaut. Nella notte tra il 6 ed il 7 agosto, gli stessi uomini che poche settimane prima si erano affrontati su un campo da baseball si diedero il cambio in primissima linea sotto un bombardamento intenso.
Senza tregua, la stessa mattina alle 3 e mezzo, il secondo battaglione si lanciò all’attacco attraverso le rovine del villaggio verso le sponde del fiume che raggiunsero verso mezzogiorno, scatenando un terrificante bombardamento ed un contrattacco respinto a fatica dagli americani. Nonostante l’accanita resistenza, le truppe guidate dal colonnello Robert Peck riuscirono nel tardo pomeriggio ad attraversare il Vesle con circa trecentocinquanta uomini, per la maggior parte della compagnia G, che si trincerarono consolidando le posizioni.
Per tutto il giorno successivo piovvero oltre ottomila cariche esplosive e dalle rovine di Bazoches le mitragliatrici continuarono un impenetrabile fuoco di sbarramento che impedì ogni ulteriore iniziativa.
La situazione non migliorò il 9 agosto, con le truppe che avanzarono fino a poche centinaia di metri da Bazoches ma che dovettero presto ripiegare per l’intensità della resistenza e la mancanza di copertura ai fianchi; gli scontri proseguirono per tutta la giornata ed infine nella notte il secondo battaglione venne rilevato dal terzo e raggiunse le retrovie sotto un nuovo intenso bombardamento che inflisse ulteriori perdite alle esauste forze americane.
Giovanni D’Amore perse la vita in questi scontri, ufficialmente il 10 agosto 1918; il suo corpo riposa a Milwaukee, vicino alla famiglia nell’Holy Cross Cemetery.
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