GIOVANNI SANTARELLI (1895-1918)

Signorelli Giovanni (PA)

Giovanni Signorelli nacque ad Amantea, in provincia di Cosenza, il primo giugno 1895 da Francescantonio e Rosalia (Osso) Signorelli.

Di umili origini emigrò da Amantea verso la Pennsylvania come tanti suoi concittadini, probabilmente per raggiungere il padre il quale a diverse riprese aveva attraversato l’oceano in cerca di fortuna.

Giovanni si arruolò volontariamente nelle file dell’esercito Americano, prendendo servizio a Pittsburgh il 4 agosto 1917 nella compagnia G del 6° reggimento della Guardia Nazionale della Pennsylvania, assorbita dal 111° reggimento di fanteria, parte della 28ª divisione (Keystone Division) raggiungendo presto Camp Hancock in Georgia per l’organizzazione e i primi addestramenti sul suolo americano.

A mezzogiorno del 28 aprile 1918, l’intero reggimento salì a bordo di quattro treni per raggiungere tre giorni dopo Camp Upton; dopo le necessarie ispezioni e la rassegna finale, il viaggio proseguì il 5 maggio verso New York dove era in attesa il transatlantico H.M.S. Olympic, la nave gemella del Titanic temporaneamente adibita al trasporto delle truppe americane over there.

L'Olympic durante la guerra

Dopo una settimana di navigazione, alle quattro di mattina del 12 maggio, le vedette a bordo dell’Olympic avvistarono il periscopio del sottomarino tedesco U-103 e diedero immediatamente l’allarme. Approfittando dell’empasse del sottomarino che per un guasto non era riuscito ad allagare le camere dei siluri per colpire per primo, il capitano Bertam Fox Hayes decise per una manovra di speronamento e si lanciò a massima velocità verso gli assalitori. Il comandante tedesco Rücker, veterano della guerra sottomarina, intuì immediatamente il pericolo ed ordinò l’immersione rapida, ciònonostante non risucì ad impedire l’impatto con la gigantesca elica del piroscafo che aprì uno squarcio nella fusoliera del sommergibile provocandone il rapido affondamento.

 

Sir Bertam Fox Hayes, capitan della HMS Olympic nel 1921 (foto National Portrait Gallery)

Scampato il pericolo il viaggio proseguì e nel primo pomeriggio del giorno successivo il reggimento sbarcò a Southampton. Ad attendere gli uomini del 111° vi era una serie di treni che immediatemente si misero in viaggio attraverso l’Inghilterra alla volta di Dover dove le truppe trascorsero la notte prima di raggiungere il suolo francese il giorno successivo.

L’addestramento riprese immediatamente e si protrasse fino a fine giugno quando, in attesa di una massiccia offensiva tedesca, il 111° venne avvicinato al fronte ed alcuni suoi componenti operarono in prima linea con le truppe francesi nella zona a sud della Marna.

L’offensiva si materializzò la notte successiva alle celebrazioni per la presa della Bastiglia, ma venne contenuta, seppur a fronte di gravissime perdite, soprattutto grazie alla resistenza ostinata della terza divisione americana, successivamente ribattezzata Rock of the Marne.

Il 111°  rilevò il 16 luglio gli esausti sopravvissuti del 30° reggimento che avevano assorbito l’urto tedesco sulle sponde del fiume tra le rovine di Fossoy e Crezancy e da quel momento parteciparono alla controffensiva che segnò il punto di svolta dell’intero conflitto.

Dopo aver attraversato il fiume nel pomeriggio del 21 luglio, gli Americani proseguirono l’inseguimento del nemico in ritirata la cui violenta resistenza aveva lo scopo di ritardare gli alleati quanto necessario per poter evacuare l’enorme quantità di materiale accumulato per la fallita offensiva della settimana precedente.

Fu così che la linea del fronte passò dalla Marna all’Ourcq e quindi alla Vesla (Blücher stellung) che gli Americani raggiunsero nei primi giorni di agosto.

Le fasi della ritirata tedesca nell'agosto 1918

Il 111° partecipò attivamente a questa rincorsa costantemente esposto al fuoco delle artiglierie e tra il 10 ed il 14 agosto prese il controllo della parte più avanzata del fronte nei dintorni di Fismes e Fismette.

La vita di Giovanni Signorelli si interruppe a ventitre anni il mattino di domenica 11 agosto 1918, meno di tre mesi dopo il suo sbarco a Calais, una scarica di mitragliatrice lo raggiunse in pieno ventre mentre con la sua compagnia avanzava in lungo la ferrovia ad ovest di Fismes a nord del fiume uccidendolo sul colpo.

Le operazioni di quella giornata costarono la la vita ad altri cinque giovani italiani del 111°: Domenico Vito Zita di Turi,  Giovanni Carnali di Supino, Sabatino Melizza di Mozzagrogna, Domenico Petraroia di Cercemaggiore e Francesco Foresta di Pratola Serra.

Il corpo di Giovanni venne recuperato e tumulato in loco, fino all’isituzione dei cimiteri militari americani negli anni trenta quando la sua salma venne riesumata e collocata per volere della famiglia a Fere-en-Tardenois, nel cimitero della Oise-Aisne dove riposano 6255 soldati caduti con la divisa statunitense.

[easy-media med="2161"]

 

 

Condividi questa storia

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su google
Google+
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email

Lascia un commento