Antonio Pietromonaco nacque a Vinchiaturo in provincia di Campobasso il 5 ottobre 1895 da Domenico e Dorotea Di Sarro, entrambi contadini.
Quando aveva cinque anni, il padre andò a cercare fortuna negli Stati Uniti, fermandosi per otto anni; rientrato nel 1908, si fermò in Molise due anni per ripartire nuovamente alla volta di New York il 21 maggio 1910. Questa volta Antonio, quattordicenne, lo accompagnò.
Domenico Pietromonaco rientrò definitivamente in Italia dopo qualche anno e Antonio si trasferì a Bayonne, nel New Jersey dove trovò lavoro come operaio presso la Safety insulated wire & cables company, azienda precorritrice nella produzione di cavi isolati per le comunicazioni sottomarine.
Coscritto nell’esercito Americano, Antonio prese servizio il 21 settembre 1917, venendo inquadrato nella compagnia A del 303° reggimento del genio in addestramento a Camp Dix in New Jersey. Una volta in Francia, nel marzo del 1918, venne trasferito alle dipendenze della compagnia D del 2° reggimento del genio (2nd Engineer regiment), in seno alla 2ª divisione.
Presto le esigenze belliche imposero l’utilizzo di ogni forza disponibile in prima linea, ed l’intera divisione venne inviata nel settore di Chateau Thierry per contenere l’avanzata tedesca che minacciava Parigi.
Il genio venne utilizzato come fanteria e la compagnia di Antonio venne assegnata a supporto della brigata dei Marines impegnata negli scontri violentissimi di Bois de Belleau. La narrazione degli avvenimenti dal 5 al 16 giugno che coinvolsero la compagnia D (tratta dalla storia reggimentale del secondo reggimento) offre una descrizione accurata delle vicissitudini dei suoi uomini:
Alle 8:00 della sera del 5 giugno, fummo assegnati al 1° Battaglione del 5° reggimento a supporto. La compagnia fu divisa in squadre con funzioni di approvvigionatore, trasporto munizioni, evacuazione dei feriti, sepoltura dei caduti e nella notte del 7 giugno fummo mantenuti in massima allerta. La mattina dell’8 coprimmo il fianco durante l’attacco dei Marines, e subito dopo fummo rilevati e ci ritirammo nei boschi a nord di Montreuil, accampandoci.
La cucina era stata allestita e ricevemmo la nostra prima tazza di caffè caldo e ci riposammo fino alla mattina dell’11 giugno, quando ricevemmo ordine di prepararci per entrare nei camion entro le 11:00 A. M. Percorremmo la strada sotto osservazione diretta fino a Maison Blanche dove procedemmo in marcia sino a Lucy-le-Bocage dove ci furono distribuiti picconi e pale. Raggiungemmo quindi la postazione di comando del luogotenente Wise dove la compagnia fu nuovamente divisa e ogni plotone assegnato a
una compagnia di marines, durante il contrattacco tedesco la sera dell’11 giugno.
Il 12, la situazione apparve più tranquilla, ma nel pomeriggio le cose precipitarono. I tedeschi lanciarono un bombardamento, usando tutto quello che avevano. Si è stimato che piovvero circa 80.000 proiettili in meno di quattro ore. Come un uomo potesse sopravvivere rimane un mistero. Lo sbarramento terminò e fummo in grado di proseguire. Il 13 fu una giornata tranquilla ad eccezione di alcuni scontri locali ed utilizzammo la giornata per rinforzare le nostre posizioni.
Il mattino del 14 i tedeschi ci bombardarono con diversi tipi di gas; fummo finalmente rilevati e rientrammo al nostro accampamento.
Vi erano state numerose perdite: 11 uomini erano stati uccisi o feriti, 40-50 erano intossicati, 20-30 furono ricoverati stremati. La notte del 16 giugno avevamo solamente 30 uomini a disposizione.
Antonio Pietromonaco morì in quei giorni, il 12 giugno 1918 ed il suo corpo riposa a Belleau nel cimitero Americano.
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