GIUSEPPE GRACI (1895-1918)

Licata-Stemma

Giuseppe Graci nacque a Licata, in provincia di Agrigento, il 26 dicembre 1895 da Camillo e Vincenza Graci.

Di umili origini, non si conosce la data esatta del suo arrivo negli Stati Uniti, unicamente che si stabilì a Cleveland in Ohio dove risiedette in città insieme ad un gruppo di siculi, tra i quali i concittadini Nazzareno Marchese, Angelo Carlino, Giuseppe Bonvissuto, e Angelo Vecchio, svolgendo saltuari lavori di bassa manovalanza.

Iscritto nelle liste di leva nel giugno 1917, Giuseppe venne estratto e coscritto nell’esercito americano entrando a far parte, il 2 ottobre 1917, della compagnia B del 58º reggimento di fanteria.

La prima parte dell’addestramento venne condotta nella storica cittadina di Gettysburg; il programma prevedeva rudimenti di tattica militare, esercitazioni nel lancio di bombe a mano, combattimento alla baionetta, scavo di trincee e preparazione atletica in generale.

Machine gun drill in Camp Greene copy
Esercitazioni con le mitragliatrici a Camp Greene NC (foto History of the 58th Infantry regiment 1917-1919)

Il 3 novembre il reggimento venne trasferito a Camp Greene, dove riprese le esercitazioni; assegnato alla neonata 4ª divisione, il 58º rimase in North Carolina sino alla primavera del 1918 quando, in preparazione della traversata, raggiunse Camp Mills a Long Island.

Due settimane dopo, la notte del 7 maggio, le compagnie A e B si imbarcarono sul mercantile corazzato Moldavia, in partenza per Halifax con un carico di 600 tonnellate di carne congelata, 2 tonnellate di legno, 25 tonnellate di provviste e 480 uomini; dopo una breve sosta nel porto Canadese per la composizione del convoglio HC1, costituito da diversi mercantili e dal trasporto truppe Australiane Persic, il viaggio verso l’Inghilterra riprese.

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La RMS Moldavia prima della guerra (Foto: Green Collection – State of Victoria Library)

All’1:40 di notte del 21 maggio 1918, a meno di un giorno di distanza dalla sua destinazione, il Moldavia venne intercettato e colpito dal sommergibile tedesco UB-57, capitanato dal pluridecorato sassone Johannes Lohs.

Il siluro tedesco colpì sottocoperta, dove la devastante esplosione colse nel sonno l’intera compagnia B; nonostante le paratie stagne ed il tentativo di raggiungere la vicina costa, dopo circa mezzora venne dato l’ordine di abbandonare la nave che affondò alle 3:50 del mattino portando con sé 57 uomini, tutti membri della compagnia B, tra i quali Giuseppe Graci.

Il geniere australiano Robertson, testimone oculare a bordo del Persic scrisse sul giornale del suo paese due mesi dopo: 

“La Moldavia era davanti a noi, ad una distanza di circa 50 metri. Erano le 3.30 del mattino e io ero di guardia. Il mattino presto è il momento ideale per Fritz per giocare brutti scherzi. Ero in piedi sulla prua della nostra nave guardando il Moldavia, ed in quel momento pensavo fosse tutto sotto controllo quando, improvvisamente, vi fu una terribile esplosione. Fritz aveva colpito la povera Moldavia piazzando un siluro sottobordo.

(The Moldavia was ahead of us, a distance of about 50 yards. It was 3.30 o’clock in the morning and I was on submarine guard. The early morning is a great time for Fritz to come up to his tricks. I was standing right on the nose of our boat looking at the Moldavia, and at the time was saying to myself that we were through OK, when suddenly there was a terrible explosion. Fritz had scored on the poor old Moldavia, getting a torpedo just below her bridge.)”[1]

Un sopravvisuto a bordo del Moldavia descrisse così i terribili istanti immediatamente successivi il siluramento:

“Le luci si spensero quando la nave venne colpita, lasciandoci nella completa oscurità. La scala che collegava il ponte inferiore dove erano stazionate le truppe fu distrutta dalla violenza dell’esplosione, una voragine si aprì lacerando il fondo della nave e danneggiandone il ponte. Appena udimmo l’esplosione saltammo fuori dalle nostre amache ed entro pochi minuti eravamo immersi nell’acqua fino al collo. Nell’oscurità e confusione generale molti uomini nono riuscirono a trovare i propri indumenti e furono costretti a raggiungere le zone di evacuazione in mutande o nudi.

(Lights went out when the ship was struck, leaving us in total darkness. The stairway from the lower troop deck was blown away by the force of the explosion, a huge hole opened up, torn in the bottom of the ship, and wrecking the ship’s deck. As soon as we heard the tremendous explosion we jumped out of our hammocks, and within minutes the water was up to our necks. In the darkness and confusion many men were unable to find their clothes and were forced to go to their boat stations with little more than their underwear – some wore even less.)”[2]

Notizia della morte di Giuseppe Graci fu trasmessa al padre a Licata e nonostante il suo corpo non venne mai rinvenuto, il suo nome compare nella lapide ai dispersi conservata nel cimitero Americano di Brokewood.[1] The Cumberland Argus and Fruitgrowers Advocate, July 17, 1918, Page 2
[2]

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[1] The Cumberland Argus and Fruitgrowers Advocate, July 17, 1918, Page 2
[2] Blog Traces (https://www.tracesmagazine.com.au/)

 

 

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